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L’Altra Toscana, consorzi uniti per valorizzare vini, territori e biodiversità

Le Anteprime si concludono in Santa Maria Novella con oltre 350 etichette sartoriali in degustazione di 13 diverse denominazioni tra Doc e Docg

Francesco Mazzei e il master of wine Gabriele Gorelli

L’altra Toscana è stata la grande novità di quest’anno delle “Anteprime di Toscana”. La settimana dedicata alle nuove annate dei consorzi di tutela era iniziata il 19 marzo con “PrimAnteprima 2022” e si è conclusa venerdì 25 in Santa Maria Novella.

Dieci consorzi di tutela in passerella

Giornalisti e operatori hanno potuto degustare oltre 350 etichette di tredici diverse DOC e DOCG. A rappresentarle dieci Consorzi di Tutela: Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra. Una Toscana del Vino diversa, L’altra Toscana, meno conosciuta e ora più che mai pronta per farsi avanti.

Nel bicchiere la diversità dell’altra Toscana

Il Museo di Santa Maria Novella, concesso dal Comune di Firenze, si è rivelato cornice perfetta per sottolineare il forte legame tra vino, cultura e territorio” spiega Francesco Mazzei presidente dell’Associazione L’altra Toscana.

Nei calici speriamo che i nostri ospiti siano riusciti a cogliere la forza delle biodiversità e il carattere distintivo di ognuno dei territori presentati. Uno spaccato della viticoltura toscana molto ampio e diversificato. Una realtà tutto ancora da esplorare e con punte di qualità sempre più alte. Circa 12 milioni di bottiglie che ogni anno sui mercati – specie quelli più attenti alle novità – si sanno far apprezzare”, conclude Mazzei.

L’altra Toscana

Quando la diversità è un valore

Una Toscana del vino dove la viticoltura biologica primeggia e dove molteplici realtà, anche di piccole dimensioni, coltivano la vite da secoli. Una forte tradizione che si intreccia con approcci “alternativi” in vigna e in cantina. La diversità è proprio il valore aggiunto di questo gruppo.

“Alcune denominazioni hanno confermato il loro status, tipo Carmignano e Chianti Rufina, attraverso soprattutto le vecchie annate. Gli emergenti – non i minori – hanno dimostrato di meritarsi grande attenzione. Esprimono uno stile più contemporaneo. Sono proiettati ad intercettare i consumatori più giovani. L’altra Toscana rompe un po’ il campanilismo toscano portando avanti il messaggio dell’importanza del fare sistema”, ha raccontato durante la giornata Gabriele Gorelli, Master of Wine che ha guidato le tre masterclass.

Buona la prima ma…

Fabrizio Pratesi, presidente del Consorzio Carmignano si dice soddisfatto di questa prima edizione. “Avevamo bisogno di un segnale positivo dopo il difficile periodo che si è dovuto affrontare La nostra è una realtà piccola ma con forte tradizione. Per noi questa è stata una vetrina a cui abbiamo aderito con entusiasmo” il suo commento.

Sul futuro dell’appuntamento con L’Altra Toscana non ci sono dubbi. L’anno prossimo si bissa. E’ da capire se in chiusura della settimana delle Anteprime o in una collocazione diversa nel calendario. Nicola Cantoni, presidente del Consorzio Terre di Pisa si augura per il futuro un posizionamento più vicino alle altre Anteprime, in un’ottica di razionalizzazione sia per i protagonisti sia per i giornalisti.

“Noi siamo molto contenti della giornata di chiusura delle Anteprime perché c’è stata la possibilità di degustare territori diversi, a confronto sia sui tavoli sia nelle masterclass. Essere l’ultima giornata è sempre una sfida ma ritengo che abbiamo centrato l’obiettivo vista la partecipazione ampia della stampa internazionale. Mi verrebbe da dire: dulcis in fundo“, queste le parole di Cesare Coda Nunziante,  presidente del Consorzio Chianti Rufina.

L’altra Toscana

L’altra Toscana sotto i riflettori

Sono molto contento perché finalmente i nostri vini sono tornati al centro, di fronte ad un pubblico attento che ci ha dedicato la giusta attenzione”, Moreno Petrini, presidente del Consorzio Colline Lucchesi. La scelta di Santa Maria Novella in questo senso è stata azzeccata. “L’atmosfera un po’ ovattata ha sottolineato un po’ quella che è la cifra stilistica delle nostre denominazioni. L’essersi trovati tutti assieme nell’organizzare questo evento ha dato un’immagine di unità ai nostri vini. Con la degustazione seduta e con le masterclass hanno avuto la giusta attenzione. Questa è la giusta direzione” ha commentato, Stefano Amerighi, presidente del Consorzio Cortona sull’iniziativa dell’altra Toscana.

Vino, espressione del territorio

“In collaborazione con gli altri Consorzi, stiamo lavorando per dare un meritato riconoscimento ai diversi volti della Toscana. Nel Montecucco esiste un’espressione del territorio, vera e riconoscibile. Si riflette nel vino e diventa autenticità stessa del Sangiovese e del nostro Vermentino. È proprio questa la nostra carta vincente, l’autenticità” questo il commento di Giovan Battista Basile, presidente Consorzio Tutela Vini Montecucco.

Basile ha ricordato la forte vocazione ambientale dei produttori: in Montecucco circa l’85% di produzione è bio-certificata.

“In questa occasione il Valdarno di Sopra presenta le sue aziende e i nuovi millesimi, forte di una crescita della produzione certificata che si attesta sul 10% annuo. Con una crescita degli associati del 15% e con un aumento significativo dell’utilizzo delle menzioni vigna e dei relativi toponimi in etichetta, segno del riconoscimento valoriale dei suoi terroir e della loro particolare vocazione” il commento di Luca Sanjust, presidente del Consorzio Valdarno di Sopra.

La capacità di esprimere il territorio è stata sottolineata da Donatella Cinelli Colombini, presidente Consorzio Vino Orcia: “Grazie alle masterclass la stampa internazionale ha potuto scoprire che il Sangiovese può sorprendere in questi terroir alternativi. Le cantine toscane hanno ancora voglia di sperimentare e di cercare nuove frontiere”.

La Toscana sull’etichetta

L’Altra Toscana rappresenta molto bene lo spirito dei viticoltori del Consorzio Terre di Casole che, circa 20 anni fa, decisero di darsi un disciplinare che permettesse loro di valorizzare le singole peculiarità e quelle del territorio. Siamo orgogliosi di essere insieme a denominazioni prestigiose, territori di grande valore e firme che sono la storia della viticoltura ed enologia Toscana – il commento di Paolo Caciorgna, presidente del Consorzio Terre di Casole – Siamo convinti che ogni singola denominazione possa dare il proprio contributo per consolidare e accrescere la reputazione del brand Toscana, così come il Marchio Toscana accresce il valore dei nostri prodotti e delle nostre denominazioni”. Ecco perché a breve il Consorzio chiederà di poter riportare “Toscana” in etichetta.

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