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Il piccolo Mustafa e la foto che lo ha portato a Siena: ora una casa e le protesi per camminare

Siriani, il padre Munzir ha perso la gamba in un attacco e il bambino è nato senza arti. Il loro scatto vinse il Siena Photo Awards e commosse il mondo. Da ora vivranno in Toscana con tutta la famiglia e si cureranno a Bologna

Hardship of Life, Mehmet Aslan

A Siena hanno già un casa, in provincia di Bologna potranno curarsi e avere le protesi. Inizia oggi la nuova vita di Mustafa, 6 anni, e di suo padre Munzir al-Nazzal, siriani, protagonisti di un dramma umanitario e di una una storia di solidarietà che a Siena nasce e a Siena trova il suo epilogo felice.

La tragedia siriana è entrata nelle nostre case anche grazie alla loro foto: padre e figlio sorridenti nonostante le bombe, la distruzione, la mancanza di gambe e di braccia. Uno scatto potente, crudo e dolcissimo  – “Hardship of Life” è il nome dell’opera – con cui il fotografo turco Mehmet Aslan  ha vinto il Siena International Photo Awards 2021. Mustafa è nato senza gambe e braccia a causa del gas nervino che la madre incinta ha respirato durante un attacco chimico. Munzir ha perso la gamba nel 2016, in un mercato di Idlib, colpito da un bomba durante un attacco areo ordinato dal regime di Assad. Sono così arrivati al confine con la Turchia per le prime cure e da lì hanno atteso il via libera per l’arrivo in Italia venerdì 21 gennaio, con un aereo da Istanbul per Roma, grazie a un permesso di soggiorno umanitario.

Lo scatto ha fatto il giro del mondo e l’organizzazione del premio ha avviato una raccolta fondi, sulla piattaforma Gofundme, per aiutarli e sostenere le cure: in poco tempo sono arrivati 100mila euro, un buon inizio per ritornare a camminare e soprattutto a crescere e vivere sereni. Con Mustafa e Munzir, sono arrivate la sera di venerdì anche la mamma e le altre due figlie. Adesso vivono a Siena, in una casa messa a disposizione dall’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino attraverso la Caritas per poi curarsi al centro protesi di Vigorso di Budrio. “La potenza comunicativa di quella foto si è trasformata in un reale sostegno alla famiglia grazie alla raccolta fondi che abbiamo lanciato. Come concorso fotografico non ci ritenevamo i soggetti più giusti per fare questo, ma alla fine è stata una scelta giusta perché è stato reso possibile questo miracolo”, ha spiegato il fondatore e direttore artistico del premio fotografico, Luca Venturi.

Munzir e Mustafa @Mehmet Aslan

L’arrivo ha richiesto un coordinamento internazionale e un’azione su più livelli, come spiega il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dopo il concorso fotografico e la risonanza internazionale, spiega una nota, “l’Ambasciata d’Italia ad Ankara, in stretto coordinamento con la Direzione Generale per le Politiche Migratorie della Farnesina, si è immediatamente attivata per rintracciare la famiglia Al-Nazzal e per individuare adeguati programmi di accoglienza nel nostro paese”.

Mustafa @Mehmet Aslan

L’inizio di una nuova vita

Così la famiglia da ora vivrà in un appartamento alle porte della città toscana, riceveranno vitto e alloggio e saranno accompagnati da un mediatore linguistico. Qui trascorreranno i dieci giorni di quarantena e saranno aiutati in tutte le pratiche burocratiche per la permanenza e l’avvio delle cure, quindi radiografie e tutti gli esami clinici richiesti per l’accesso al percorso protesico-riabilitativo. Successivamente la Caritas, spiega la Diocesi “si adopererà per creare una rete di supporto e relazioni con il territorio per favorire il processo di integrazione della famiglia” e “per attivare un accompagnamento e l’insegnamento della lingua italiana, tramite una cooperativa accreditata, qualificata e con esperienze nel settore”.

La cura vera e propria inizierà al Centro protesi di Vigorso, in provincia di Bologna. “Il papà ha un’amputazione da trauma, è un approccio più semplice rispetto al bambino dove interveniamo su una malformazione congenita”, spiega l’ingegner Gregorio Teti, direttore tecnico del centro. L’intervento sul piccolo Mustafa riguarderà prima gli arti superiori e poi gli inferiori. A seguirli ci sarà un team composta da tecnico ortopedico, medico fisiatra, infermiere, assistente sociale, psicologo, fisioterapista. Per il padre si prevedono trenta giorni di percorso fra tecnico e riabilitativo. Per Mustafa ci dovrebbero volere almeno 45-60 giorni.

Il benvenuto in Toscana

Il benvenuto in Toscana glielo danno tutte le istituzioni, unite, a partire dal presidente della Regione Eugenio Giani che scrive sui soui social: “Munzir e Mustafa, padre e figlio, stanno arrivando a Siena. Dalla città toscana con questo scatto era partita la grande manifestazione di solidarietà internazionale, in Italia riceveranno ora cure e assistenza, benvenuti”. Anche il sindaco Luigi De Mossi ha voluto esprimere, a nome della città, felicità per l’arrivo della famiglia che a Siena potrà ricominciare a vivere senza più la paura delle bombe e della guerra. “Nei prossimi giorni – ha aggiunto il primo cittadino – avremo il piacere di incontrare ufficialmente Munzir e Mustaf assieme al fondatore e direttore artistico del premio fotografico Luca Venturi. Ringrazio tutti gli attori, istituzionali e non, che hanno fattivamente contribuito affinché si concretizzasse questa questa favola e che altrettanto fattivamente contribuiranno per il loro percorso di cure”.

Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo commenta sui social il loro arrivo a Fiumicino: Il loro sorriso è emozionante, regala gioia e speranza.La Toscana si prenderà cura di loro”.

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