È la crema al cacao e nocciole più conosciuta al mondo e, presto, potrebbe avere un suo negozio in Toscana. Stando alle ultime indiscrezioni, Firenze sarebbe in lizza per ospitare il primo Nutella Cafè d’Italia: uno store pensato per i golosi e per gli amanti dell’iconico vasetto.
La notizia, già diffusa in passato, è tornata a circolare lo scorso 5 febbraio in occasione del “World Nutella Day”, la giornata ideata nel 2007 dalla blogger Sara Rosso.
World Nutella Day
“Sono cresciuta in California, prevalentemente in campagna – racconta in un’intervista video l’influencer che ha dato vita alla celebrazione –. Nel 1994 sono stata in Italia per una gita scolastica. Ricordo che a colazione trovai questi piccoli contenitori di Nutella e decisi di assaggiarla al posto della marmellata. Era semplicemente deliziosa.
Una volta tornata a casa, cercai la crema ovunque ma nessuno la conosceva. Per questo, nel 2007 ho fondato il World Nutella Day: pensai di creare una giornata per farla apprezzare anche in America. L’iniziativa è sbarcata sui social network, soprattutto su Twitter, e ha raggiunto tutto il mondo, dal Giappone all’India, fino al Brasile. Così è diventato un fenomeno globale“.
Nutella e Gelato Festival
L’apertura di un Nutella Cafè a Firenze è un’ipotesi verosimile visto che il brand made in Italy aveva partecipato all’edizione 2014 del Gelato Festival, l’evento itinerante che coinvolge i migliori gelatieri e le principali aziende del settore dall’Italia e dall’estero.
In quei giorni, la città toscana aveva fatto da cornice al lancio del “Nutella Professional line®”, un semilavorato ideale per fare il gelato artigianale al vero gusto di Nutella.
La filiera della nocciola in Toscana
Nutella Cafè a parte, la Ferrero ha comunque uno stretto legame con la Toscana, recentemente consolidato per quanto riguarda la filiera della nocciola. La multinazionale italiana specializzata in prodotti dolciari ha scelto di ampliare il contratto con lacooperativa Coagria, che ha sede a Cesa in Valdichiana in provincia di Arezzo.
L’accordo iniziale per la produzione riguardava una superficie di 600 ettari, adesso si estende per ulteriori 600 ettari: questo significa che le ricadute economiche, oltre a essere raddoppiate, vanno a interessare tutto il territorio regionale.