© Marchesi Antinori

Enogastronomia /SGUARDO AL FUTURO

Bolgheri, Albiera Antinori. In agricoltura? Serve responsabilità

Parla la presidente del Consorzio di Tutela del vino Bolgheri. Dalla ricchezza del territorio alla valorizzazione delle altre produzioni agricole, passando per l’esperienza da vivere in loco attraverso il vino: ecco perchè il micro-sistema del bolgherese ha fatto innamorare il mondo

Se nel mondo contemporaneo – nonostante i progressi e le battaglie – le donne ancora fanno fatica ad imporre la propria visione e la propria guida così non accade invece a Bolgheri che si distingue non solo per l’eccellenza dei propri vini ma anche per le scelte di vertice che vanno in “felice” controtendenza. A guidare il consorzio di tutela dal 2019 è infatti Albiera Antinori, affiancata dalle vicepresidenti Priscilla Incisa della Rocchetta  e Cinzia Merli.

Le storie belle sono quelle che dilatano i confini, si spingono oltre una sola angolazione di prospettiva 

 

Ne parliamo proprio con lei, la presidente del Consorzio Bolgheri Doc, Albiera Antinori. La incontro tra le vigne della Tenuta Guado al Tasso, ci accomodiamo nell’osteria.  Parliamo dell’identità e del futuro di questa terra, del suo vino ma anche dell’olio, delle altre produzioni. Proviamo ad alzare lo sguardo, come si farebbe volando, allargando la visione d’insieme, Perché le storie più belle sono quelle che dilatano i confini del pensiero, si spingono oltre una sola angolazione di prospettiva. E di orizzonti da vedere – qui a Bolgheri – ce ne sono molti, chiari e definiti.

Oggi qual è la forza di questa denominazione e di questa terra?

La nostra è  una denominazione giovane, costruita sull’onda di una viticoltura altrettanto giovane, nata senza passare attraverso la tradizione. Si è partiti con un’idea giusta, lentamente ma costantemente nel tempo.

E poi?

Nel tempo in questa zona si sono affacciate personalità eterogenee e questo conta molto.  Stranieri, aziende grandi, piccole, persone da ogni parte del mondo, è questo che aiuta a costruire l’anima e il pensiero che c’è dietro questa piccola denominazione.  Siamo 65 produttori per 1350 ettari di vigneto. La nostra Doc è concentrata sulla qualità.

Tenuta Guado al Tasso

Appena 27 anni di vita per il Consorzio Bolgheri Doc. 27 anni di successi indiscutibili. Oggi la strada da percorrere qual è?

Abbiamo il vantaggio di non sentire il peso della tradizione

Spiegare sempre di più la terra, i vini, le persone, il clima. Oggi c’è la possibilità di venire a vedere, capire e vivere i grandi vini di questa zona. L’interesse del consumatore c’è e le aziende si sono attrezzate per offrire ospitalità. Fino a 10 anni fa erano pochissime le cantine che potevano far degustare o alloggiare. Bolgheri è un posto speciale e poi abbiamo il vantaggio di non sentire il peso della tradizione, come avviene per altre grandi denominazioni. Tradizione che sì, ha i suoi lati positivi ma a volte ha anche i suoi lati di freno.

Concretamente, come rafforzarete la strada intrapresa che coniuga la produzione di grandi vini all’esperienza enogastronomica e turistica?

E’ fondamentale la formazione delle persone: chi presenta i vini, chi il vino deve venderlo e ancora chi fa sistema. C’è bisogno di formazione dai livelli più semplici a quelli più alti. E’ importante mantenere la qualità, la dimensione, l’eccellenza.

In una parola?

Serve equilibrio. Bisogna andarci piano, un passo alla volta, con una direzione e un obiettivo da raggiungere chiaro a tutti.

Quale?

A Bolgheri oltre al vino c’è un’olivicoltura secolare, perché non valorizzarla?

Sono convinta che  serva passare anche attraverso la parte agricola qualitativa,  certificando così che questo  territorio – oltre al vino – è adatto anche per altre produzioni. Penso all’olio. Abbiamo stimolato l’inserimento dell’indicazione territoriale “Bolgheri” in etichetta nell’olio IGP toscano. Qui c’è un’olivicoltura che è secolare, olivi meravigliosi, una storia di produzione dell’olio che risale ancor prima di quella del vino, perché non valorizzarla?

Tenuta Guado al Tasso, veduta aerea

Oggi il sistema dell’economia agricola passa  necessariamente da due parole: sviluppo e sostenibilità. Come si trova la quadra?

La terra? Va protetta, serve responsabilità

Gli agricoltori e i viticoltori devono avere chiaro che la terra deve essere protetta, ci deve essere un senso di responsabilità. La responsabilità agricola è più forte della sostenibilità. Non dimentichiamoci che noi dobbiamo passare la terra alla generazione che viene dopo.

 

Eccola la parola che chiude il cerchio: responsabilità. Verso la terra, l’ecosistema naturale, verso la gente che la abita, verso le generazioni che verranno. Coltivare la terra con responsabilità significa coltivare il futuro. Questa l’identità che arriva forte e chiara dall’eccellenza di Bolgheri.

 

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