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Codice rosa: approvato il programma 2022-2023 per le vittime di violenza

Stanziati 75mila euro per le attività collegate al percorso per chi ha subito violenze o abusi: sarà istituito anche un numero per i crimini d’odio

Violenza sulle donne

La giunta regionale della Toscana ha dato il via libera al programma delle attività della Rete regionale Codice Rosa per l’anno 2022-2023, finalizzato al rafforzamento e allo sviluppo di azioni coordinate, efficaci e omogenee sull’intero territorio toscano, in modo da continuare a garantire risposte immediate alle esigenze di cura di tutte le vittime di violenza e abusi. Per la realizzazione di queste attività sono stati stanziati 75mila euro.

Un nuovo numero per i crimini d’odio

Il programma introduce una novità: un nuovo percorso sperimentale, rivolto all’accoglienza di persone vittime di violenza con bisogni speciali e che prevede l’attivazione di un numero dedicato all’informazione e all’orientamento ai servizi per le vittime dei crimini di odio, con relativa campagna di lancio, realizzazione di materiale informativo e aggiornamento degli strumenti operativi.

Il programma garantisce, inoltre, la continuità di percorsi specifici come quello di accoglienza entro le 72 ore dall’evento in emergenza avviato nelle Aziende sanitarie nell’ambito della Rete regionale Codice Rosa. Anche per il 2022-2023 sono previsti eventi formativi multidisciplinari.

Cos’è il Codice Rosa

Il Codice Rosa è un progetto della Regione Toscana, sviluppato a seguito dell’esperienza positiva realizzata dalla Asl 9 di Grosseto e istituito nel 2016. 
La rete regionale Codice Rosa collega e coordina tutte le forze che all’interno del servizio sanitario toscano lavorano per offrire alle vittime di violenza e abusi un aiuto pronto e tempestivo
e assicurare, fin dalla fase dell’emergenza, il supporto sanitario, sociale e psicologico e l’attivazione dei servizi territoriali.

In ogni pronto soccorso c’è una stanza dedicata alle vittime di violenza. Il servizio impegna una task force formata da personale socio-sanitario (infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi), magistrati, forze di polizia: questo permette di prestare immediate cure a chi subisce violenza e contemporaneamente di intervenire sugli autori delle violenze.

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