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Premio Gambelli, è il toscano Scaccini l’erede del re del Sangiovese

I cinque vincitori del Leccio d’oro per ristoranti ed enoteche con le migliori carte dei vini dedicate al Brunello e al Rosso di Montalcino

Da sinistra: Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino; Andrea Scaccini, vincitore premio Gambelli 2023; Leonardo Tozzi, presidente Aset; Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera.

Il Maestro del Sangiovese scomparso nel 2012 ha uno dei suoi degni eredi in Toscana. È il giovane Andrea Scaccini l’enologo under 40 ad aggiudicarsi la XI edizione del Premio Giulio Gambelli. Il riconoscimento, promosso da Aset Toscana (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) e dal network di giornalisti “IGP I Giovani Promettenti”, è stato consegnato a Montalcino in occasione di Benvenuto Brunello.

A consegnare la targa il presidente di Aset Leonardo Tozzi e Carlo Macchi (IGP), autore del volume “Giulio Gambelli, l’uomo che sapeva ascoltare il vino” (ed. SlowFood) e tra i principali ideatori del Premio.

È stata un’immensa soddisfazione ricevere il premio dedicato al Maestro della nostra enologia. Se oggi siamo qua a parlare dei grandi vini toscani è grazie a Giulio Gambelli e sapere che nel mio piccolo sto affiancando i suoi pensieri mi rende determinato, orgoglioso e soprattutto soddisfatto del mio lavoro“, così il vincitore dell’edizione 2023 del Premio, Andrea Scaccini.

Chi è il vincitore del Premio Gambelli

Il vincitore del Premio Gambelli è nato nel 1994 a Montepulciano, patria della prima Docg d’Italia, il Vino Nobile, dove ancora vive e lavora. Dopo il diploma all’Istituto Tecnico Agrario A. Vegni “Capezzine” e la laurea inViticoltura ed Enologia” della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze ottenuta con il massimo dei voti e con lode, ha lavorato in alcune piccole realtà vinicole.

Andrea Scaccini

Ha collaborato per un’intera vendemmia con la cantina di “Ornellaia e Masseto” a Bolgheri nel 2015. Ha svolto due vendemmie all’estero per allargare i suoi orizzonti: in Francia nel 2016, nella grande cantina cooperativa “Champagne Nicolas Feuillatte” e in Nuova Zelanda, a inizio 2017,  nella cantina Vavasour  del gruppo “Foley Family”. A metà 2017 è rientrato a Montepulciano e da cinque anni lavora come enologo interno presso l’azienda Bindella.

Decisiva fu la degustazione alla cieca

È bello che una degustazione rigorosamente alla cieca condotta da 10 giornalisti esperti di vino della nostra Associazione abbia individuato tra decine di candidati un giovanissimo enologo come Andrea Scaccini quale erede del “metodo” di Giulio Gambelli – ha commentato il presidente di Aset, Leonardo Tozzi –  segno che la verità della sua esperienza, il segno tangibile del suo talento così naturale,  con tanta vita e esperienza da vendere, si rinnova in altre generazioni di nuova scuola e vita, mostrandosi davvero autentico e resistente al tempo come un grande vigneto. Dobbiamo ringraziare inoltre Assoenologi che sempre di più in questi anni ha contribuito a promuovere il premio tra i propri associati”.

Andrea Scaccini riceve il premio Gambelli 2022

Il degno tributo al maestro del Sangiovese

Per Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino: “Giulio Gambelli ha contribuito al successo del vino italiano e, in particolare, di quello toscano. Il Premio a lui intitolato è nel segno della riconoscenza che il settore gli deve, soprattutto sul fronte della formazione delle nuove generazioni di enologi”.

Il premio Gambelli per l’enologo under 40

Il riconoscimento premia ogni anno l’enologo il cui lavoro abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti da Giulio Gambelli: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale. Tra i requisiti fondamentali per poter partecipare, essere un professionista under 40 anni e la laurea in enologia.

La prossima edizione del premio è in programma a San Gimignano nel febbraio 2024 in occasione dell’Anteprima della Vernaccia.

Il premio e il riconoscimento dei consorzi

Al vincitore, oltre alla targa, va anche un premio di 1.500 euro, reso possibile grazie al sostegno di alcune delle aziende di cui Giulio Gambelli fu storicamente amico e consulente: Bibbiano, Fattoria di Rodàno, Il Colle, Montevertine, Poggio di Sotto.

Sono poi partner del concorso il Consorzio Vino Chianti Classico, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, il Consorzio Vino Brunello di Montalcino e il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

L’albo d’oro dei migliori enologi under 40

Ecco l’Albo d’oro con i nomi dei vincitori del Premio Gambelli: Fabrizio Torchio (2013), Gianluca Colombo (2014), Francesco Versio (2015), Sebastian Nasello (2016), Diego Bonato e Luca Faccenda (2017), Luigi Sarno (2018), Angela Fronti (2019), Ivan Misuri (2020), Alessandro Campatelli (2021), Fabio Mecca (2022) e Andrea Scaccini (2023).

I vincitori del Premio Leccio d’Oro

I cinque vincitori del Leccio d’oro

Sono ambasciatori del Brunello in Italia e nel mondo con una carta vini altamente rappresentativa. La denominazione del borgo toscano ha scelto i cinque vincitori del Premio Leccio D’oro annunciati durante la 31^ edizione di Benvenuto Brunello.

L’enoteca Rocchi a Roma

A salire sul podio per la sezione tricolore dedicata ai ristoranti è ‘’Varrone” a Milano. Tempio meneghino della griglia per tagli di carne, propone in lista circa 100 referenze di Brunello oltre a una quindicina di Rosso di Montalcino. Il Leccio D’oro vola a Londra al ristorante “Hide”, una stella Michelin. Nel locale a Piccadilly Circus, sono oltre 60 le etichette di Brunello di Montalcino.

Per la categoria ‘enoteche’, entrano nel palmares del Leccio D’Oro “Eataly New York Flatiron” il concept store enogastronomico di Oscar Farinetti sulla Fifth Avenue nel centro del distretto di Manhattan e l’”Enoteca Rocchi” di Roma. Fondata nel 1904, l’Enoteca Rocchi è dislocata in 4 punti strategici di Roma. Con oltre 40 referenze di Brunello di Montalcino, da gennaio a settembre lo store enologico ha venduto circa 16.000 bottiglie del principe dei vini rossi toscani.

L’enoteca La Dolce Vita di Montepulciano

Rimane invece in Toscana il Premio Speciale Leccio D’OroRosso di Montalcino” assegnato all’enoteca “La Dolce Vita” di Montepulciano. Nata nel 2005 da un’idea di Cristian Brasini e della famiglia Barbetti, “La Dolce Vita” è situata all’interno di un edificio storico di rara bellezza risalente al 1200.

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