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Super Tuscans, nasce il comitato dei produttori storici per tutelare il brand

I “vini da tavola” che hanno fatto impazzire il mondo a cavallo mezzo secolo fa puntano oggi all’internazionalizzazione e alla sostenibilità

La presentazione del comitato Historical Supertuscans - © Intesa San Paolo

Hanno fatto la storia del vino toscano nel mondo. I Super Tuscans sono ancora oggi uno status symbol, l’esempio più bello della produzione vinicola Made in Tuscany. In un mondo che gira veloce e che rischia di dimenticare, hanno deciso di unire le forze e costituire il comitato Historical Super Tuscans per portare avanti insieme iniziative per la promozione delle loro cantine nel mondo. Un modo per fare chiarezza attorno a un mondo, quello del vino, dove spesso c’è grande confusione. Per la loro discesa in campo hanno scelto un partner finanziario all’altezza, trovando la giusta sponda in Intesa San Paolo. L’istituto bancario intende offrire agli storici produttori gli strumenti finanziari e di consulenza per muoversi sui mercati internazionali e puntare su sostenibilità ed economia circolare.

Tignanello, il Super Tuscan di casa Antinori

Gli obietti del comitato

Sono 16 i soci fondatori del Comitato: tutti produttori storici anche se nello statuto c’è la possibilità che possano fare richiesta di adesione anche i produttori di Super Tuscans nati dopo il 1994. Il Marchese Piero Antinori è fondatore d’onore, Paolo Panerai presidente del Comitato e Davide Profeti è vicepresidente. ’obiettivo è di tutelare e valorizzare il pregio dei Super Tuscans: un tributo e un sostegno a chi ha scritto la storia e con coraggio, mezzo secolo fa, rinunciò al valore di una Doc già affermata per inseguire il sogno di produrre grandi vini di livello internazionale. Fu grazie a questa felice intuizione che nacquero vini capaci di esprimere i valori culturali e le potenzialità del territorio. L’associazione delle sedici cantine ha sede in Castelnuovo Berardenga (Siena), località San Felice ed è aperta a tutte le persone fisiche e realtà vitivinicole che vogliano contribuire a promuovere il territorio e valorizzare i Super Tuscans in omaggio al grande terroir del Chianti Classico.

L’impegno dei produttori

Piero Antinori è la “memoria storica” dei Super Tuscans. Di quella esperienza ricorda tutto: “rappresenta un capitolo decisivo nel “Rinascimento” del nostro vino. Oltre ad attrarre l’attenzione degli “opinion makers” di tutto il mondo sul potenziale dei vini italiani, ha anche contribuito a far evolvere le normative di tante Doc che non tenevano conto di una nuova realtà in rapida evoluzione, orientata, a differenza del passato, più alla qualità che alla quantità”.

Come sottolineato da Paolo Panerainon ha precedenti che la denominazione di un vino sia decisa dalla critica e non dalle norme. In tal senso il nome Super Tuscan, per definire i vini più alti della Toscana, è un unicum per il quale era necessario e opportuno codificare e trasmetterne la storia”. Da qui la scelta di costituire il Comitato per ribadire il peso della tradizione: “come produttori di quei primi vini che hanno determinato un tale unicum vogliamo con la fondazione del Comitato Historical Supertuscan anche rendere omaggio e ringraziare i critici anglosassoni che negli anni 80 coniarono la definizione, che così tanto bene ha fatto al vino toscano e italiano nel mondo”.

La firma del comitato Historical Supertuscans – © Intesa San Paolo

Il patto con Intesa San Paolo

Gli storici fondatori del comitato avevano la necessità di un partner finanziario e lo hanno trovato in Intesa Sanpaolo: “Siamo molto soddisfatti di essere a Firenze a fianco del neo nato Comitato Historical Super Tuscans inaugurando un percorso condiviso a beneficio delle eccellenze della filiera vitivinicola toscana. Intesa Sanpaolo intende offrire a queste importanti realtà, famiglie di storici produttori, un contributo concreto in termini di consulenza e servizi finanziari nell’ambito dell’internazionalizzazione, della sostenibilità e dell’economia circolare in coerenza con gli indirizzi del PNRR, oltre che interventi decisivi non rimandabili per la competitività nei mercati globali nei prossimi anni”, ha sottolineato Renzo Simonato, responsabile della Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo.

I vini che sono entrati nella storia

I soci fondatori sono: San Felice, Antinori, Montevertine, Castello di Monsanto, Castellare di Castellina, Isole e Olena, Badia a Coltibuono, Querciabella, Castello di Fonterutoli, A&G Folonari,
Riecine, Felsina, Castello di Volpaia, Castello di Ama, Castello di Albola e Brancaia
. I vini che in ordine cronologico hanno segnato il percorso dei Super Tuscans sono Vigorello (1968, San Felice), Tignanello (1971, Antinori), Le Pergole Torte (1970, Montevertine), Fabrizio Bianchi (1974, Castello di Monsanto), I Sodi di San Niccolò (1977, Castellare di Castellina), Cepparello (1980, Isole e Olena), Sangioveto (1980, Badia a Coltibuono), Camartina (1981, Querciabella), Concerto (1981, Castello di Fonterutoli), Cabreo (1982, A&G Folonari), La Gioia (1982, Riecine), Fontalloro (1983, Felsina), Balifico (1985, Castello di Volpaia), L’Apparita (1985,Castello di Ama), Acciaiolo (1988, Castello di Albola), Brancaia il Blu (1988, Brancaia).

Super Tuscans

L’origine del mito Super Tuscans

Sono i ribelli del Chianti Classico. I Super Tuscans, grazie alla felice intuizione di Enzo Morganti, storico enologo del territorio, scelsero di mirare alla alta qualità e “rinnegarono” il rigido disciplinare di produzione della Doc Chianti Classico per avere la libertà di esprimere tutte le qualità e le sfumature di questo grande terroir. Così si declassarono a “Vino da tavola”, pur continuando a produrre con uve provenienti dai vigneti della Doc Chianti Classico.
Solo durante la metà degli anni ’80, il giornalista e Master of Wine inglese Nicholas Belfrage coniò il termine Super Tuscan, per definire una nuova categoria di grandi rossi di qualità, riconoscendone tutto il valore. Da qui è partita poi la revisione del disciplinare di produzione della Doc chiantigiana. Ancora oggi le aziende dei Super Tuscans custodiscono storia e tradizione dei grandi vini della Toscana.

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