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Vini d’Abbazia, la Toscana riscopre le cantine di eremi e conventi

Dalla Badia a Passignano ai Frati Bianchi di Fivizzano, Monte Oliveto Maggiore, Vallepicciola – Pievasciata e il Monastero di Camaldoli

I vigneti dell’Azienda Agricola dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore – © Francesco Giorni

Monasteri, abbazie, eremi e conventi con frati-vignerons e vendemmie in clausura. Una tradizione sempre più sotto i riflettori come dimostra “Vini d’Abbazia” in programma all’Abbazia di Fossanova, a Priverno dal 2 al 4 giugno. La Toscana, dopo la prima edizione, raddoppia la sua presenza.

Accanto alla storica Badia a Passignano con i vini Antinori e al Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano si aggiungono l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Vallepicciola – Pievasciata che sorge su un ex convento e il Monastero di Camaldoli.

L’evento riunisce oltre 30 cantine delle più antiche abbazie d’Italia e per la prima volta dedica uno spazio alla Francia e alle cantine associate a Les Vins D’Abbayes: appuntamento analogo che si tiene a Parigi. Banchi d’assaggio, masterclass e un incontro con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, per esaltare il ruolo delle abbazie nella salvaguardia del vino.

La Toscana può contare su ben cinque realtà.

Le storiche cantine della Badia a Passignano – © Marchesi Antinori

Badia a Passignano

La pattuglia toscana conta su alcune conferme e new entry. Torna a “Vini d’AbbaziaBadia a Passignano, situata sopra Sambuca Val di Pesa nel cuore del Chianti Classico: ad appena 3 chilometri la Tenuta Tignanello. La Badia è uno dei luoghi simbolo per il Chianti.

La coltivazione della vite ha origini antichissime e si è sviluppata ancora di più dal 1049 con il passaggio del convento all’ordine vallombrosano, un ramo riformato dei Benedettini specializzato in viticoltura e silvicoltura. I 65 ettari di vigneto, per lo più a Sangiovese, sono destinati ai vini Antinori, tra cui Badia a Passignano Gran Selezione. L’affinamento avviene nelle storiche cantine della Badia del X secolo.

Le bottiglie del Monastero dei Frati Bianchi

Il Monastero dei Frati Bianchi

Nella primavera del 2004 Giorgio Tazzara recuperò le terre  in Lunigiana che erano appartenute all’antico Monastero dei Frati Bianchi dal colore del saio dei frati canonici regolari. Splendida la posizione, tra Alpi Apuane e mar Tirreno, dei sette ettari vitati. Il progetto di Tazzara si amplia nel 2019, con l’entrata in società della famiglia Bernardini.

Singolare la scelta dei vitigni tra gli internazionali Syrah e Merlot e gli autoctoni Barsaglina e Pollera a cui sono dedicati i nuovi impianti al Podere La Rocca. Tra le etichette Barsarè 2020 a base di Barsaglina 100% vitigno autoctono della provincia di Massa Carrara e Pòlleo 2020 con uve di Pollera 100% varietà autoctona della Lunigiana.

I vigneti dell’Azienda Agricola dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore – © Francesco Giorni

Monte Oliveto e le Grance Senesi

L’abbazia di Monte Oliveto Maggiore non solo produce vino da molti secoli ma può contare su don Antonio Bran, il monaco benedettino alla guida dell’azienda agricola del complesso religioso che riveste anche il ruolo di presidente della Doc Grance Senesi.

La piccola denominazione ha organizzato per venerdì 9 giugno una masterclass dedicata al rosso toscano Doc offrendo l’occasione di conoscere le cantine della tenuta Armaiolo, del castello di Modanella e la cantina storica di Monte Oliveto Maggiore.

La Mausolea, le antiche cantine di Camaldoli

Le etichette dell’eremo di Camaldoli

Il monastero benedettino di Camaldoli fu fondato mille anni fa da San Romualdo. Conta due case, il Sacro Eremo e il Monastero, nella pace della foresta. Un centro di spiritualità per vivere a pieno l’esperienza monastica. Una comunità che vive di preghiera e di lavoro nei campi nella seicentesca fattoria La Mausolea. Lo dimostra la presenza di un laboratorio cosmetico, un apprezzato liquorificio e un’azienda agricola.

La vendemmia a Vallepicciola

Pievasciata e Vallepicciola

Nel cuore del Chianti Classico a Castelnuovo Berardenga Vallepicciola porta avanti un progetto di valorizzazione delle anime e i terreni di quest’angolo di Toscana. Un’avventura partita nella seconda metà degli anni ’90, attorno a un convento di suore in zona Pievasciata: da qui Bruno Bolfo, imprenditore ligure, insieme alla sorella, hanno deciso di recuperare la struttura: oggi un hotel 5 stelle Le Fontanelle, e valorizzare la tradizione enologica del territorio con vini come il blend Toscana Igt Pievasciata.

 

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