© Sheila Niccolai per Fondazione Sistema Toscana

Enogastronomia /IL PERSONAGGIO

Gino “Fuso” Carmignani, il vignaiolo rock di Montecarlo. “Il vino? E’ come la musica”

Le note, la vigna, l’emozione che vibra come la corda di una chitarra in tensione. Il nostro ritratto del presidente del Consorzio Montecarlo Doc, uomo appassionato e provocatore: il suo vino dedicato a Duke Ellington è arrivato fin sulla tavola di Barack Obama

Incontrare Gino “Fuso” Carmignani già di per sè vale il viaggio a Montecarlo, la più piccola doc della Toscana che regala vini pregiatissimi dal taglio internazionale.

Qui i vitigni francesi come il  Sauvignon, il Merlot, il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon o il Syrah hanno sposato le varietà autoctone regalando blend da ricordare, una meravigliosa alchimia figlia di terre diverse che hanno saputo trovare il loro comune denominatore.

Con ‘Fuso’ ci vediamo al mattino. Sono le nove e mezza, forse le dieci. L’appuntamento è in una  delle venti cantine consorzio “Montecarlo Doc”, che lo stesso Carmignani presiede. Da qui si vede svettare il borgo, la Fortezza del Cerruglio. Ci sediamo, un calice tra le mani. C’è la prima aria di primavera a sferzare un inverno che ha voglia di chiudere i battenti e lasciar spazio al nuovo.

Gino muove il vino nel calice, un vortice di profumi libra nell’aria e accarezza delicatamente l’olfatto prima di conquistare le labbra.

“Colleziono long playing dal 1969. Amo la musica, amo toccarla, averla  

Il vino in fondo è uno di quegli amori che non ti stanca mai. Un po’ come la musica, compagna di viaggio da sempre di ‘Fuso’, musa ispiratrice, affascinante signora che spinge il cuore ai battiti dell’emozione.

“Colleziono long playing dal 1969. Amo la musica, toccarla, averla – racconta. La  amo anche se non la conosco, lei vive sull’emozione. Anche il vino assomiglia un po’ alla musica, in fondo sono “le note” che rendono straordinario questo prodotto. Come accade con l’effetto che fa il suono nel mio corpo, nella mia testa e accompagna la mia vita”.

Gino Fuso Carmignani durante le riprese del format “E via andare” – © Sheila Niccolai per Fondazione Sistema Toscana

E in fondo la musica gli assomiglia. Fuso è rock, pop e a volte nemmeno inquadrabile in un genere ben preciso. Lo ascolti e ti lasci trasportare dal suo racconto, ruspante come la sua terra. Ci tiene a ricordare le sue origini contadine, in tempi in cui il vino per molti è uno status symbol, oggi che  produrlo per alcuni è quasi come sfrecciare con una Ferrari su strada. Il vino rischia di divenire “ostentazione” per alcuni ma non per ‘Fuso’, detto anche il Baffo, come il nome del suo agriturismo. No, per lui il vino è vita, una chitarra da accarezzare, da possedere. E’ arte, creazione da non sporcare con  banale e volgare esibizionismo.

 

Vino e ‘musica’ per Barack Obama

Una delle sue etichette, dedicata a Duke Ellington, “Fort Duke”, è finita pure alla Casa Bianca, sul tavolo di Barack Obama, per i festeggiamenti della sua elezione a presidente degli Stati Uniti d’America. Ma lui non ne parla, preferisce raccontarmi della sua terra, sorseggiando il suo Montecarlo.

Il vino è figlio della cultura dell’uomo  

“Vedi – mi spiega allungando il dito indice nell’aria – dietro le mie spalle è stato scritto il libro Pinocchio (si riferisce al borgo di Collodi, n.d.r), di fronte a me Puccini dava vita alla musica e poi siamo a 16 km da Montecatini Terme, la Versilia è a tre quarti d’ora. Qui viene prodotto un vino in un luogo straordinario anche per questo aspetto, il vino è figlio della cultura dell’uomo”.

E ancora si stupisce, “Fuso” per il fascino che questa minuscola ma preziosa Doc esercita nel mondo. “Siamo piccolissimi, abbiamo 200 ettari di vigneti, ricorda. Pensa che il Castello di Brolio da solo ne ha 250”.

Ma anche questa piccola Doc ha i suoi primati. E’ stata la prima ‘isola’ toscana con uvaggi francesi. Tutto parte dal 1800, dall’invasione della fillossera che distrusse i vigneti di tutta Europa. E da qui – spiega ancora “Fuso” Carmignani,  “si iniziano ad analizzare i vitigni, da lì nasce  la rivoluzione, l’esperimento del vino”.

Un esperimento che non si ferma mai.  C’è ancora tanto da conoscere, tanto da creare. Gino parla con me ma i suoi occhi sono già oltre. Viaggiano tra vigna e cantina, tra un pezzo di Bob Dylan e una fuga in Versilia.  Cercano l’avanguardia e la trovano qui, in un calice di vino che brilla sotto il sole di febbraio.

 

 

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