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La Finocchiona IGP sempre più sostenibile. Alveari e “api sentinelle” dell’ambiente nei campi di finocchietto

I produttori si schierano in difesa degli insetti impollinatori. Presto arrivano i bandi della Regione Toscana grazie all’approvazione da parte della Giunta del Sottoprogramma sull’apicoltura,  dietro proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi

Proteggere le api  significa preservare la vita. Un’azione che in Toscana è portata avanti dal Consorzio della Finocchiona IGP che grazie alla collaborazione con la climate tech company 3Bee sta proseguendo l’operazione di monitoraggio per controllare lo stato di salute degli insetti impollinatori attraverso l’installazione di alveari nei campi delle aziende produttrici di finocchietto, elemento identitario del salume toscano.

Un’iniziativa che avrà un impatto su 300 mila api protette e su 300 milioni di fiori impollinati all’anno. Così se il progetto da una parte ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico, dall’altra ha l’intento utilizzare le api come vere e proprie “sentinelle dell’ecosistema”. In sostanza grazie agli alveari nei campi di finocchietto è possibile analizzare la presenza di pesticidi e sostanze chimiche presenti sui pollini e nei materiali depositati nelle casette dalle api. Questo consente di verificare lo stato di salute dei territori e della natura circostante.

Adotta un alveare e le api sentinelle

Già da qualche anno il Consorzio della finocchiona è attivo su questo tema, come ricorda lo stesso presidente Alessandro Iacomoni. “Abbiamo provveduto all’installazione di alveari di impollinatori nei pressi dei campi delle aziende produttrici di finocchietto. Questo ingrediente, che dona alla Finocchiona il suo aroma e sapore inconfondibile, colora in estate il paesaggio toscano di giallo intenso ed attrae naturalmente le api. L’adozione di un alveare vero e proprio per la produzione di miele nasce proprio da questa iniziativa di sensibilizzazione ambientale e tutela delle api”.

Prioritaria diventa poi la rigenerazione della biodiversità. Lo racconta Silvia Moser, di 3Bee e responsabile del progetto “Adotta un alveare”. “Grazie alla tecnologia Hive-Tech – spiega – possiamo controllare lo stato di salute delle api. Un impegno ambientale concreto e controllabile attraverso l’apposita applicazione. Abbattiamo del 20% la moria delle famiglie, riduciamo del 30% i trattamenti chimici, aumentiamo del 30% la produttività per l’apicoltore e contribuiamo ad incrementare del 50% la biodiversità (impollinazione – riduzione viaggi – risparmio economico – abbattimento indiretto CO2)”.

Finocchiona IGP e miele, matrimonio consolidato (anche nella cucina innovativa)

Il progetto di 3Bee e del Consorzio allarga poi gli orizzonti per la valorizzazione di miele e finocchiona, puntando (oltre all’impegno sulla sostenibilità) anche sull’aspetto gastronomico. Un matrimonio ormai consolidato tra le note dolci e le ricche sfumature di gusto del miele e quello del salume che trova proprio nel finocchietto la sua cifra aromatica identitaria. Un binomio che sarà valorizzato dall’Unione regionale cuochi toscani con una proposta ad hoc di ricette innovative utilizzando la finocchiona e il miele ricavato dagli alveari legati al progetto.

Fusilloni trafilati con Finocchiona IGP su salsa di zucca gialla allo zenzero e miele – ricetta di Maria Probst – © Consorzio finocchiona IGP

Un vero e proprio ricettario al quale hanno lavorato chef come Lorenzo Pisini, Giampiero Cesarini e lo stesso pizzaiolo Tommaso Vatti. Insieme a loro anche la chef Maria Probst, “orgogliosa di essere ambasciatrice del progetto”. Sull’incontro gastronomico tra i due prodotti ha detto: “Il il dolce e salato sono estremamente complici e, nelle giuste dosi la Finocchiona e il miele, danno vita ad un connubio equilibrato e divertente al palato.”

Ravioli di pasta colorata ripieni di Finocchiona IGP, ricotta e Pecorino Toscano DOP con salsa di pere al miele, gel di zafferano e foglie di miele – ricetta di Lorenzo Pisini – © Consorzio finocchiona IGP

Regione Toscana, presto nuovi bandi sull’apicoltura

Anche la Regione investe sull’apicoltura, tanto che presto arriveranno nuovi bandi per circa 6 milioni di euro totali dal 2023 al 2027. Il primo passo è stata l’approvazione del sottoprogramma apistico da parte della Giunta, su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi che ha ricordato come questo settore in Toscana rappresenti “una ricchezza intendiamo tutelare e sviluppare quanto più possibile”. 

Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana

Attualmente, secondo la fotografia scattata dal Sottoprogramma, il settore apistico è composto da 7036 apicoltori, di cui 4742 dediti all’autoconsumo e 2294 alla commercializzazione. Le api sono prevalentemente allevate in modalità stanziale (5145) rispetto alla pratica del nomadismo.

I fondi dedicati all’interno del Sottoprogramma per l’apicoltura hanno l’obiettivo di migliorare l’orientamento al mercato e aumentare la competitività delle aziende apistiche anche attraverso ricerca, tecnologia e digitalizzazione. Oltre a questo rimangono prioritarie la salvaguardia della biodiversità e le risposte alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute, soprattuto riguardo alla produzione di alimenti di qualità elevata, prodotti in modo sostenibile.

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